Non serve un correttore posturale: è il tuo corpo che può farcela da solo, ecco come

Postura

Non sempre serve uno specialista per correggere la postura-allfreenet.it

Franco Vallesi

Novembre 7, 2025

Non è solo questione di salute: stare dritti cambia come ci muoviamo, respiriamo e veniamo percepiti

La postura è una di quelle cose che non noti finché non inizia a crollare. Ore passate curvi su uno schermo, un divano troppo comodo, una scrivania arrangiata: piccoli dettagli che nel tempo modificano il modo in cui il corpo si muove, respira, si presenta.

Ma c’è di più. Perché migliorare l’allineamento non ha solo effetti sul benessere fisico. Influenza la percezione che gli altri hanno di noi. E la nostra di noi stessi. Apparire più sicuri, più composti, più in equilibrio, spesso parte proprio da lì: da come teniamo spalle, testa e schiena.

Il corpo si ricorda tutto (anche le ore passate seduti male)

Dalla pandemia in poi, per molti il tempo trascorso alla scrivania è aumentato. E con esso le abitudini scorrette: movimenti statici, sedute troppo lunghe, sguardi fissi a un monitor senza pause. Non a caso, fisioterapisti e ortopedici parlano sempre più spesso di una “gobba da laptop”, causata da una posizione curva protratta nel tempo, che porta a dolori cervicali, tensioni muscolari e anche problemi respiratori o digestivi.

La fisioterapista Cassandra Hill, della Fox Rehabilitation nel Maryland, sottolinea che tutto parte dalla consapevolezza dell’allineamento naturale del corpo. Una volta che impari a percepire le tue posture sbagliate, inizi a correggerle anche senza pensarci troppo. Il primo passo è prestare attenzione.

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Anche Rahul Shah, chirurgo ortopedico, consiglia di preparare il corpo prima ancora di iniziare a lavorare. Basta una passeggiata, un breve esercizio di mobilità, anche solo venti minuti di attività leggera. Non serve una maratona: è sufficiente riattivare i muscoli prima di incastrarsi per ore davanti a un computer. Questo, dice Shah, rende il corpo più pronto a tollerare la sedentarietà senza stress.

Poi c’è la postazione. Che tu sia in smart working o in ufficio, il tuo setup conta più di quanto immagini. Secondo la fisioterapista Leada Malek, l’altezza dello schermo deve essere regolata tra i cinque gradi sotto e il livello degli occhi. La tastiera dev’essere posizionata in modo che i polsi restino dritti e le spalle rilassate. La testa non deve mai sporgere in avanti. Una sedia adatta alla zona lombare è fondamentale. E se stai lavorando sdraiato sul letto o appoggiato al tavolo della cucina, forse è il caso di ripensare tutto.

Ma anche la miglior postazione non serve a nulla se rimani bloccato per ore. Fare pause regolari è uno dei consigli più semplici e trascurati. Cambiare posizione, alzarsi, camminare per qualche minuto ogni quaranta minuti aiuta a evitare lesioni da sovraccarico e migliora persino la concentrazione. Il corpo ti parla: se senti una tensione, una fitta, uno spasmo, è il suo modo per dirti che hai aspettato troppo a muoverti.

Schiena dritta senza scorciatoie: la postura si costruisce da dentro

Nel mondo iperconnesso, è facile cadere nella tentazione di acquistare soluzioni veloci. Fasce, tutori, correttori posturali che promettono di sistemare tutto. Ma funzionano davvero? Secondo Hill, la risposta è no. «Il cambiamento deve partire dal sistema neuromuscolare», dice. «Non basta forzare la schiena a stare dritta. Serve rieducare il corpo attraverso movimento, esercizio e attenzione costante». Gli accessori possono sembrare comodi, ma non insegnano nulla. E smettono di funzionare appena li togli.

Per rendere più stabile e naturale una postura corretta serve allenamento vero. Sì, anche un po’ di palestra. Non serve diventare bodybuilder. Ma rafforzare la muscolatura della schiena, del core, delle scapole è la base per sostenere un allineamento funzionale. Gli esercizi più utili? Tutti quelli che attivano i muscoli che tirano le scapole indietro e verso il basso. Come i rematori con manubri, suggerisce Hill. Esercizi semplici, che puoi fare anche a casa, ma che ti obbligano a pensare all’equilibrio del corpo.

Lavorare sulla forza cambia anche il modo in cui percepisci te stesso. Chi si allena, chi pratica squat o stacchi da terra, sa che è impossibile non pensare alla postura. Quando sollevi un peso, ogni centimetro del corpo deve essere sotto controllo. E questa attenzione si trasferisce nel quotidiano. Ti accorgi di come stai seduto, di come cammini, di come ti presenti. È una forma di autoconsapevolezza che va ben oltre il fisico.

Poi c’è un effetto meno misurabile, ma immediato. Una postura corretta cambia la tua presenza. I vestiti cadono meglio. Lo sguardo è più alto. Il corpo trasmette sicurezza anche se dentro ti senti stanco. E la percezione degli altri segue. Non diventi più alto. Ma sembri più stabile, più centrato, più pronto. Non è poco, in un mondo che guarda sempre più all’esterno.