Dolore alla lingua, difficoltà a deglutire e macchie in bocca: ecco i segnali da non ignorare per scoprire in tempo un tumore testa-collo
Non bisogna mai sottovalutare i segnali che arrivano da bocca, lingua e gola. Un’anomalia trascurata può trasformarsi in un problema serio, soprattutto se si tratta di un tumore della testa e del collo. In Italia, ogni anno, circa 10.000 personericevono questa diagnosi, e arrivare tardi può significare cure più pesanti e un impatto devastante sulla qualità della vita.
Le cure sono meno invasive se si scopre la malattia subito
La testa e il collo sono aree complesse, legate a funzioni vitali come respirare, mangiare, parlare e deglutire. Le neoplasie che colpiscono queste zone possono riguardare la bocca, le labbra, la lingua, la gola, le corde vocali, ma anche le ghiandole salivari, le cavità nasali e i seni paranasali. Secondo PIERO NICOLAI, docente di Otorinolaringoiatria all’Università di Padova, se la diagnosi arriva precocemente, si possono adottare interventi meno invasivi, riducendo l’impatto estetico e psicologico. Si può evitare, in molti casi, di compromettere funzioni fondamentali del volto e preservare l’aspetto della persona.

Oggi le terapie includono chirurgia, radioterapia, chemioterapia, immunoterapia, farmaci biologici e anche l’adroterapia. Ma serve una gestione centralizzata, con team multidisciplinari capaci di pianificare la strategia migliore caso per caso. Il vero problema, però, è che la maggior parte dei pazienti arriva tardi, spesso perché non riconosce i sintomi, oppure perché questi vengono trascurati dai medici di base o confusi con altre patologie meno gravi. Il risultato è che il tumore viene scoperto quando è già in fase avanzata, e la possibilità di guarigione scende drasticamente.
I numeri parlano chiaro: una diagnosi precoce garantisce una probabilità di guarigione che può superare l’80%, mentre in fase avanzata l’aspettativa si abbassa attorno ai cinque anni di sopravvivenza. Eppure, i segnali ci sono e spesso restano visibili o percepibili per settimane. Ignorarli è un rischio concreto.
I sintomi da non sottovalutare e l’allarme per i giovani
Secondo LISA LICITRA, direttrice dell’oncologia dei tumori testa-collo all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, i segnali d’allarme più importanti sono ulcere alla lingua che non guariscono, macchie rosse o bianche in bocca, difficoltà o dolore nella deglutizione, gonfiore anomalo del collo, raucedine che non passa, naso ostruito solo da un lato, o anche sanguinamento inspiegabile dal naso. Se uno di questi sintomi dura più di tre settimane, bisogna consultare subito uno specialista.
Un altro dato preoccupante riguarda l’età media dei pazienti: non sono più solo gli over 65 a ricevere questa diagnosi. Sempre più spesso si tratta di under 55, soprattutto uomini, colpiti da forme di tumore legate al Papillomavirus umano (HPV). Un fenomeno che segna un cambio di paradigma rispetto al passato, dove le cause principali erano tabacco e alcol. Il 75% dei casi resta ancora legato a questi fattori, ma i tumori causati dall’HPV stanno crescendo rapidamente e colpiscono anche chi non ha mai fumato o bevuto.
La prevenzione non può limitarsi alla diagnosi precoce: è fondamentale sensibilizzare la popolazione sui segnali iniziali della malattia e sulla possibilità di intervenire con successo se si agisce in tempo. In questo contesto, la tecnologia può dare un aiuto importante. Durante l’ultimo congresso europeo di oncologia medica ESMO, a Berlino, è stato presentato uno studio condotto su 420 pazienti con tumori testa-collo: metà è stata seguita con controlli standard, l’altra metà con un sistema digitale integrato, comprensivo di chatbot, app, e pannello medico remoto.
I risultati mostrano che i pazienti seguiti con strumenti digitali hanno riportato una qualità della vita superiore, una gestione dei sintomi più efficace e un miglior rapporto medico-paziente. Lo studio dimostra che la quotidianità del malato può essere accompagnata anche fuori dall’ospedale, senza perdere efficacia nel monitoraggio.
La sfida ora è portare questo approccio dalla sperimentazione alla pratica quotidiana, affinché la tecnologia diventi una vera alleata dei pazienti e degli specialisti. Ma tutto parte da una sola regola: non ignorare i segnali. Perché in questi casi, ogni settimana può fare la differenza tra una cicatrice e una nuova possibilità di vita.