Bonus genitori separati o divorziati, in arrivo contributi fino a 800 euro per l’affitto: come richiederlo

Bonus genitori separati o divorziati, in arrivo contributi fino a 800 euro per l’affitto: come richiederlo

Luca Antonelli

Novembre 10, 2025

Una nuova busta paga o un foglio di via dalla casa in cui sono cresciuti i figli: per molti genitori separarsi significa ritrovarsi subito a pagare un affitto e a mantenere i figli con gli stessi oneri di prima. Per ridurre questa pressione è previsto un sostegno che arriva nella forma di un contributo fino a 800 euro, attivabile dal 1° gennaio 2026. La misura nasce per rispondere a chi non ha mantenuto la casa familiare e si trova a dover ricostruire un alloggio senza ridurre il livello di cura per i figli.

La scena è comune nelle città italiane: annunci immobiliari, calcoli sul bilancio mensile, accordi sul mantenimento. Un dettaglio che molti sottovalutano è che anche spese minori legate al nuovo domicilio possono compromettere il piano familiare; per questo motivo la misura punta proprio a contenere l’impatto immediato del trasferimento.

Chi può accedere e come funziona

Il sostegno non è generalizzato: è concepito per genitori separati o divorziati che abbiano perso l’uso della casa familiare e che abbiano figli riconosciuti come fiscalmente a carico fino a 21 anni. La definizione cerca di intercettare chi, pur non convivendo più con l’altro genitore, continua a farsi carico delle spese quotidiane dei figli. In pratica, il contributo si rivolge a chi paga un canone di locazione e sostiene il mantenimento dei figli senza il supporto dell’abitazione comune.

Bonus genitori separati o divorziati, in arrivo contributi fino a 800 euro per l’affitto: come richiederlo
Le regole concrete arriveranno con un decreto ministeriale che dovranno definire i criteri di accesso. – allfreenet.it

Il fondo destinato alla misura ammonta a 20 milioni di euro annui: una cifra con un tetto che impone priorità e regole chiare per la selezione delle domande. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che, con risorse limitate, la velocità di presentazione della domanda potrebbe fare la differenza tra ottenere l’aiuto e rimanerne esclusi. Per questo motivo il legislatore prevede criteri di accesso e soglie reddituali da definire nel dettaglio dal provvedimento attuativo.

È importante sottolineare che il requisito dei figli a carico non è solo anagrafico: conta anche il reddito dei figli e la loro posizione fiscale. Questo significa che il beneficio è rivolto a chi realmente continua a sostenere economicamente i figli, non a situazioni passive. Un fenomeno che in molti notano nel Nord e nel Sud Italia è la differenza nella capacità di sostenere l’affitto: la misura vuole attenuare queste disuguaglianze territoriali.

Modalità operative, documenti e tempi

Le regole concrete arriveranno con un decreto ministeriale che dovranno definire i criteri di accesso, le modalità di presentazione delle domande e le soglie reddituali. Il decreto sarà predisposto dai Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che dovranno coordinare stanziamento e procedure operative. Ecco come: si presume un meccanismo a domanda, con istruttoria amministrativa e controlli sulla documentazione fornita.

Per prepararsi è utile raccogliere in anticipo alcuni documenti chiave: la sentenza di separazione o divorzio o altra certificazione della separazione, l’attestazione di pagamento dell’affitto della nuova abitazione, i documenti fiscali che dimostrano lo status di figli a carico e un ISEE aggiornato. Un aspetto che molti sottovalutano è la necessità di dimostrare tempestivamente la condizione abitativa dopo la separazione: ricevute del pagamento dell’affitto e contratti possono risultare determinanti nella fase istruttoria.

Non è ancora definito se il supporto arriverà come erogazione diretta in una o più rate o come agevolazione fiscale che riduce l’imposta dovuta. In ogni caso la disponibilità complessiva rimane vincolata al fondo annuale e alla calendarizzazione prevista dal decreto. Nel corso dell’anno la pubblicazione del provvedimento chiarirà le scadenze e le modalità di inoltro delle domande, ma la raccomandazione per chi cerca stabilità abitativa è chiara: preparare la documentazione e monitorare le comunicazioni istituzionali. L’effetto pratico, per molti genitori in città, sarà la possibilità di evitare rinunce sulla qualità dell’abitare nei mesi successivi alla separazione.